56. Alla ragnaia1 al fin si son condotti,
Di stili da toccar la margherita;
Ove de’ tordi cala e de’ merlotti
Alla ritrosa2 quantità infinita,
Che son poi da Biagin3 pelati e cotti,
Sgozzando de’ più frolli una partita;
Altra ne squarta; e quella ch’è più fresca,
Nello stidione infilza4 alla turchesca. 57. Veduto il tutto, Nepo la conduce
Al bagno, ov’ogni schiavo e galeotto
Opra qualcosa: un fa le calze, un cuce;
Altri vende acquavite, altri il biscotto;
Chi per la pizzicata5, che produce
Il luogo fa tragedie6 in sul cappotto;
Un mangia, un soffia7 nella vetriuola;
Un trema in sentir dir: fuor camiciuola8. 58. Vanno più innanzi a’ gridi ed a’ romori
Che fanno i rei legati alla catena,
Ove a ciascun, secondo i suoi errori
Dato è il gastigo e la dovuta pena.
A’ primi, che son due proccuratori,
Cavar si vede il sangue d’ogni vena;
E questo lor avvien, perchè ambidui
Furon mignatte delle borse altrui.
↑St. 56. Ragnaia. Macchia folta in cui si pone la ragna ai tordi, tendendola su due stili o pertiche. Qui intende la Corda; e Toccar la margherita vale subir la tortura della corda. (Nota transclusa da pagina 280)
↑Ritrosa. Gabbia da uccellare; qui, carcere (Nota transclusa da pagina 280)
↑Biagino fu il predecessore di maestro Bastiano; Vedi c. V, 44. (Nota transclusa da pagina 280)
↑Infilzaecc. Impala. (Nota transclusa da pagina 280)
↑St. 57. Pizzicata. Specie di confezione minutissima. Qui, pidocchi. (Nota transclusa da pagina 280)
↑Fa tragedie. Fa strage. (Nota transclusa da pagina 280)
↑Soffiaecc. cioè beve; perchè bevendo si soffia col naso nel vetro che contiene il liquido. Vetriola, è un’erba contenente un sale a base di soda, di cui si servono per fare il vetro. (Nota transclusa da pagina 280)
↑Fuor camiciuola. Così diceva l’aguzzino al galeotto che doveva aver le bastonate. (Nota transclusa da pagina 280)