53. In terra sono i quadri1 di cipolle,
Ove spuntano i fior fra foglie e natiche;
Sonvi i ciccioni, i fignoli e le bolle
Le posteme, la tigna e le volatiche;
V’è il mal francese entrante alle midolle,
Ch’è seminato dalle male pratiche:
I cancheri, le rabbie e gli altri mali,
Che vi mandano2 gli osti e i vetturali. 54. Pesche in su gli occhi sonvi azzurre e gialle;
Gli sfregi3, fior per chi gli porta pari;
I marchi, che fiorir debbon le spalle
Al tagliaborse e ladri ancor scolari;
Le piaghe a masse, i peterecci4 a balle;
Spine ventose, e gonghe5 in più filari;
V’è il fior di rosolía, e più rosoni
D’ortefica, vaiuolo e pedignoni. 55. Si maraviglia, si stupisce e spanta6
Martinazza in veder sì vaghi fiori;
E rimirando or questa or quella pianta,
Non sol pasce la vista in quei colori,
Ma confortar si sente tutta quanta
Alla fragranza di sì grati odori.
E di non côrne non può far di meno
Un bel mazzetto, che le adorni il seno.
↑St. 53. I quadri. Le aiuole. (Nota transclusa da pagina 279)
↑Mandano. Imprecano. (Nota transclusa da pagina 279)
↑St. 54. Gli sfregi Che son fiori, cioè, son segni che stanno bene, in sul viso di chi porta parii polli, di chi fa il ruffiano. (Nota transclusa da pagina 280)
↑Peterecci. Paterecci, panerecci. (Nota transclusa da pagina 280)
↑Gonghe. Glandule. (Nota transclusa da pagina 280)
↑St. 55. Si spanta. Si meraviglia estremamente. (Nota transclusa da pagina 280)