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sesto cantare 211

53.
In terra sono i quadri1 di cipolle,
Ove spuntano i fior fra foglie e natiche;
Sonvi i ciccioni, i fignoli e le bolle
Le posteme, la tigna e le volatiche;
V’è il mal francese entrante alle midolle,
Ch’è seminato dalle male pratiche:
I cancheri, le rabbie e gli altri mali,
Che vi mandano2 gli osti e i vetturali.
54.
Pesche in su gli occhi sonvi azzurre e gialle;
Gli sfregi3, fior per chi gli porta pari;
I marchi, che fiorir debbon le spalle
Al tagliaborse e ladri ancor scolari;
Le piaghe a masse, i peterecci4 a balle;
Spine ventose, e gonghe5 in più filari;
V’è il fior di rosolía, e più rosoni
D’ortefica, vaiuolo e pedignoni.
55.
Si maraviglia, si stupisce e spanta6
Martinazza in veder sì vaghi fiori;
E rimirando or questa or quella pianta,
Non sol pasce la vista in quei colori,
Ma confortar si sente tutta quanta
Alla fragranza di sì grati odori.
E di non côrne non può far di meno
Un bel mazzetto, che le adorni il seno.

  1. St. 53. I quadri. Le aiuole. (Nota transclusa da pagina 279)
  2. Mandano. Imprecano. (Nota transclusa da pagina 279)
  3. St. 54. Gli sfregi Che son fiori, cioè, son segni che stanno bene, in sul viso di chi porta pari i polli, di chi fa il ruffiano. (Nota transclusa da pagina 280)
  4. Peterecci. Paterecci, panerecci. (Nota transclusa da pagina 280)
  5. Gonghe. Glandule. (Nota transclusa da pagina 280)
  6. St. 55. Si spanta. Si meraviglia estremamente. (Nota transclusa da pagina 280)