62. Dice la maga: questa è un po’ ariosa,
Quand’ella vedde simìl precipizio;
Costui ha fatto qualche mala cosa;
Pur non so nulla, e non vo’ far giudizio.
Domanda a Nepo, fattane curiosa,
Tal pena a chi si debba, ed a qual vizio.
Ed ei, che per servirla è quivi apposta,
Prontamente così le dà risposta: 63. Quei fu zerbino, e d’amoroso dardo
Mostrando il cuor ferito e manomesso;
Credeva il mio fantoccio con un sguardo
Di sbriciolar tutto il femmineo sesso;
Ma dell’occhiate1 sue ben più gagliardo
Or sentene il riverbero e il riflesso;
E com’e’ già pensò far alle dame2,
Dalla finestra è tratto in quel litame. 64. Si vede un ch’è legato, e che gli è posto
In capo un berrettin basso a tagliere;
E il diavol, colpo colpo da discosto
Con la balestra gliene fa cadere.
Il misero sta quivi immoto e tosto,
Battendo gli occhi a’ colpi dell’arciere;
Che s’e’ si muove punto o china o rizza,
Per tutto v’è un cultello che l’infizza.
↑St. 63. Ma delle occhiateecc. Vedi st 61 v. 3. (Nota transclusa da pagina 281)
↑Pensò che le dame si dovessero gettare dalla finestra per lui. (Nota transclusa da pagina 281)