Pagina:Lippi - Malmantile racquistato.pdf/259

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sesto cantare 215

65.
Qui Nepo scopre la di lui magagna,
Mostrando ch’e’ fu nobile e ben nato,
E sempre ebbe il pedante alle calcagna;
Contuttociò voll’esser mal creato,
Perchè, se e’ fosse stato il re di Spagna,
Il cappello a nessun mai s’è cavato:
Però, s’e’ fu villano, ora il maestro
Gl’insegna le creanze col balestro.
66.
In oggi questa par comune usanza,
Martinazza risponde al Galatrona;
Stanno i fanciulli un po’ con osservanza,
Mentre il maestro o il padre gli bastona.
Se e’ saltan la granata1, addio creanza;
Par ch’e’ sien nati2 nella Falterona;
Ma per la loro asinità superba,
Son poi fuggiti più che la mal’erba.
67.
Ma chi è quel c’ha i denti di cignale,
E lingua cosi lunga e mostruosa?
Si vede che son fuor del naturale;
A me paion radici, o simil cosa.
Nepo rispose: quello è un sensale,
Che si chiamò il Parola; ma la glosa
Uom di fandonie dice e di bugie,
Perchè in esse fondò le senserie.

  1. St. 66. Saltar la granata. Uscir di tutela o di custodia. Dicevasi che questa cerimonia del saltar la granata praticavasi co’ birri novizi dopo che erano stati bene istruiti. (Nota transclusa da pagina 281)
  2. Par ch’e’ sien nati ecc. Cioè inculti e rozzi, essendo la Falterona regione montuosa del Casentino, dove poche creanze possono impararsi. (Nota transclusa da pagina 281)