65. Qui Nepo scopre la di lui magagna,
Mostrando ch’e’ fu nobile e ben nato,
E sempre ebbe il pedante alle calcagna;
Contuttociò voll’esser mal creato,
Perchè, se e’ fosse stato il re di Spagna,
Il cappello a nessun mai s’è cavato:
Però, s’e’ fu villano, ora il maestro
Gl’insegna le creanze col balestro. 66. In oggi questa par comune usanza,
Martinazza risponde al Galatrona;
Stanno i fanciulli un po’ con osservanza,
Mentre il maestro o il padre gli bastona.
Se e’ saltan la granata1, addio creanza;
Par ch’e’ sien nati2 nella Falterona;
Ma per la loro asinità superba,
Son poi fuggiti più che la mal’erba. 67. Ma chi è quel c’ha i denti di cignale,
E lingua cosi lunga e mostruosa?
Si vede che son fuor del naturale;
A me paion radici, o simil cosa.
Nepo rispose: quello è un sensale,
Che si chiamò il Parola; ma la glosa
Uom di fandonie dice e di bugie,
Perchè in esse fondò le senserie.
↑St. 66. Saltar la granata. Uscir di tutela o di custodia. Dicevasi che questa cerimonia del saltar la granata praticavasi co’ birri novizi dopo che erano stati bene istruiti. (Nota transclusa da pagina 281)
↑Par ch’e’ sien natiecc. Cioè inculti e rozzi, essendo la Falterona regione montuosa del Casentino, dove poche creanze possono impararsi. (Nota transclusa da pagina 281)