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sesto cantare 217

71.
Chi è costui ch’abbiamo a dirimpetto,
Dice la donna, a cui quegli animali
Sbarban colle tanaglie il cuor del petto?
Nepo risponde: questo è un di quei tali
Che non ne pagò mai un maladetto1.
Tenne gran posto, fe spese bestiali;
Ma poi per soddisfare ei non avría
Voluto men trovargli per la via2.
72.
Colui, c’ha il viso pesto e il capo rotto
Da quei due spirti in feminili spoglie,
Uom vile fu, ma biscaiuolo e ghiotto,
Che si volle cavar tutte le voglie;
Ogni sera tornava a casa cotto
E dava col baston cena alla moglie.
Or, finti quella stessa3, quei demoni
Sopra di lui fan trionfar bastoni4.
73.
Riserra il muro, che c’è qui davanti,
Donne, che feron già, per ambizione
D’apparir gioiellate e luccicanti,
Dar il cul al marito in sul lastrone5;
Or le superbe pietre e i diamanti
Alla lor libertà fanno il mattone6,
Perocchè tanto grandi e tanti furo,
C’han fatto per lor carcere quel muro.

  1. St. 71. Un maledetto. Nemmeno un quattrino. (Nota transclusa da pagina 281)
  2. Non avría voluto pagare, nemmen se avesse trovato i danari per la via. (Nota transclusa da pagina 281)
  3. St. 72. Finti quella stessa. Aventi la figura della moglie. (Nota transclusa da pagina 281)
  4. - Trionfar bastoni, si dice in un certo giuoco di minchiate, qui vale bastonare solennemente. (Nota transclusa da pagina 281)
  5. St. 73. Sul lastrone. Era una pietra in Mercato Nuovo, detta il Carroccio, su cui si faceva tre volte battere il sedere a’ . (Nota transclusa da pagina 281)
  6. falliti. — Fanno il mattone. Fanno da mattoni nelle pareti del loro carcere. (Nota transclusa da pagina 282)