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ottavo cantare 295

26.
Un ve n’è in rima che La Sfinge è detto,
Scelta d’enigmi che non hanno uguali;
Perch’ognuno è distinto in un sonetto
Che il poeta ha ripien tutto di sali:
Perch’ei, che sa che è sale, ebbe concetto,
Acciocchè i versi suoi sieno immortali
E i vermi dell’obblio non dien lor noia,
Porgli fra sale e inchiostro in salamoia.1
27.
Altri poemi poi vi sono ancora,
Ed hanno2 caparrato alla Condotta3
Grillo4, il Giambarda, Ipolito e Dianora,
I sette Dormienti, e Donna Isotta,
E un certo Malmantil, che s’e’ va fuora,
Ecco subito bell’e messe in rotta
Le Dee col Bambi5, che l’ha chiesto, e vuole
Farne all’acciughe tante camiciuole.
28.
Evvi anch’un libro di segreti, il quale
Giova a chi legge e insegna di bei tratti,
E infra gli altri, a far che le cicale
Cantin, senza che ’l corpo se le gratti;
E a far che i tordi magri, coll’occhiale
Guardandogli, divengan tanto fatti.
Descrive poi moltissimi rimedi
Per chi patisce de’ calli de’ piedi.

  1. St. 26. Questa ottava è di Antonio Malatesti, l’autore del libro in essa descritto, il quale costrinse il Lippi a introdurla nel suo Malmantile. Per maggiore intelligenza della medesima è da sapere che il Malatesti fu guardiano dei magazzini del sale di Firenze. (Nota transclusa da pagina 358)
  2. St. 27. Ed hanno ecc. Queste ninfe, queste Dee, come più sotto le chiama, han dato la caparra per comprare ecc. (Nota transclusa da pagina 359)
  3. Condotta è il nome di una via di Firenze ove sono moltissime botteghe di cartolai e alcune di stampatori e librai. (Nota transclusa da pagina 359)
  4. Grillo ecc, Son titoli di leggende e altre frottole. (Nota transclusa da pagina 359)
  5. Il Bambi era un pizzicagnolo. (Nota transclusa da pagina 359)