26. Un ve n’è in rima che La Sfinge è detto,
Scelta d’enigmi che non hanno uguali;
Perch’ognuno è distinto in un sonetto
Che il poeta ha ripien tutto di sali:
Perch’ei, che sa che è sale, ebbe concetto,
Acciocchè i versi suoi sieno immortali
E i vermi dell’obblio non dien lor noia,
Porgli fra sale e inchiostro in salamoia.1 27. Altri poemi poi vi sono ancora,
Ed hanno2 caparrato alla Condotta3
Grillo4, il Giambarda, Ipolito e Dianora,
I sette Dormienti, e Donna Isotta,
E un certo Malmantil, che s’e’ va fuora,
Ecco subito bell’e messe in rotta
Le Dee col Bambi5, che l’ha chiesto, e vuole
Farne all’acciughe tante camiciuole. 28. Evvi anch’un libro di segreti, il quale
Giova a chi legge e insegna di bei tratti,
E infra gli altri, a far che le cicale
Cantin, senza che ’l corpo se le gratti;
E a far che i tordi magri, coll’occhiale
Guardandogli, divengan tanto fatti.
Descrive poi moltissimi rimedi
Per chi patisce de’ calli de’ piedi.
↑St. 26. Questa ottava è di Antonio Malatesti, l’autore del libro in essa descritto, il quale costrinse il Lippi a introdurla nel suo Malmantile. Per maggiore intelligenza della medesima è da sapere che il Malatesti fu guardiano dei magazzini del sale di Firenze. (Nota transclusa da pagina 358)
↑St. 27. Ed hannoecc. Queste ninfe, queste Dee, come più sotto le chiama, han dato la caparra per comprare ecc. (Nota transclusa da pagina 359)
↑Condotta è il nome di una via di Firenze ove sono moltissime botteghe di cartolai e alcune di stampatori e librai. (Nota transclusa da pagina 359)
↑Grilloecc, Son titoli di leggende e altre frottole. (Nota transclusa da pagina 359)
↑Il Bambi era un pizzicagnolo. (Nota transclusa da pagina 359)