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308 malmantile racquistato

65.
Ma che gracch’io? forse che tai preghiere
Mi faran, dopo così gran disdetta,
Vincer la posta o porre a cavaliere1?
Sì, sì; ma basta poi non aver fretta.
O baccellaccio! l’orso2 sogna pere,
L’è bell’e vinta, ovvia tientela stretta.
Capitale!3 sai tu quel che tu hai a fare?
Se tu non vuoi più perder, non giocare.
66.
E così finiran tanti schiamazzi
Di chiamar la fortuna e i giuochi ingiusti;
Chè, mentre vi ti ficchi e vi t’ammazzi,
Tu spendi e paghi il boia che ti frusti.
Gli è ver; ma il libriccin del Paonazzi4,
Ov’io ritrovo ognor tutt’i miei gusti,
Per forza al giuoco mi richiama e invita
Appunto come il ferro a calamita.
67.
E sarà ver ch’io abbia a star soggetto
Ad una cosa che mi dà tormento?
Come tormento? oibò! s’io v’ho diletto!
Sì; ma intanto per lui vivo scontento.
Oh perfido giocaccio! oh maladetto
Chi t’ha trovato e me che ti frequento!
Tu non ci hai colpa tu; a me il gastigo
Si dee dar, poichè con te m’intrigo.

  1. St. 65. Porre a cavaliere. Restar superiore. (Nota transclusa da pagina 370)
  2. L’orso ecc. Ognun sogna di quel che brama. (Nota transclusa da pagina 370)
  3. Capitale! Modo correttivo, che vale: Piaccia a Dio che non segua in contrario! (Nota transclusa da pagina 370)
  4. St. 66. Il Paonazzi fabbricava carte da giuoco. (Nota transclusa da pagina 370)