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ottavo cantare 309

68.
Datemi dunque un mazzo in sulla testa:
Vedete! eccomi qui ch’io non mi muovo;
Nè voi farete cosa men che onesta,
Se dal giocar, morendo, io mi rimuovo:
So ch’ogni dì sarebbe questa festa,
Ch’altro diletto che giocar non provo;
Ed a giocare omai son tanto avvezzo,
Che’l pentirmi non giovami da zezzo.
69.
L’usare ogni sapere, ogni mia possa
Non vale a farmi contro al giuoco schermo;
Imperocch’io l’ho fitto sì nell’ossa,
Ch’amo il mio mal qual assetato infermo,
E forse giocherò dentro alla fossa.
Che forse! diciam pur: tengo per fermo;
E se trovar le carte ivi non posso,
Farò, purch’e’ si giuochi, all’aliosso1.
70.
Van co’ libri alla fossa i gran dottori,
I bravi colla spada e col pugnale:
Con libro ed armi anch’io da giocatori
Sarò portato morto al funerale,
Grillandato di fiori; e a picche e cuori
Trapunta avrò la veste, e per guanciale
Quattro mattoni2; e poichè pien di vermini
I quarti avrò, vo’ fare un quarto a’ Germini3.

  1. St. 69 Aliosso. È un giuoco di sorte che si fa gettando sopra una tavola o in terra quell’osso che hanno nelle gambe di dietro gli animali d’ugna fessa. Quest’osso ha naturalmente certi buchi e segni a cui si dà un valore convenzionale; e secondochè, nel gettarlo, resta di sopra l’uno o l’altro segno si vince o si perde. (Nota transclusa da pagina 370)
  2. St. 70. I mattoni sono i Quadri. (Nota transclusa da pagina 370)
  3. Germini Vedi st. 61. (Nota transclusa da pagina 370)