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note al decimo cantare 379

Forse cose o covelle in lingua ionadattica. (Biscioni.) — Mona Pennecchia. Detto derisivo alle donne. — Ammenne. Non tanta furia, fretta. Forse viene da quella tempesta di Amen che per lo più regalano ai devoti i cantanti nelle messe in musica. — Vienne, chè io me ne vado. Senza metter tempo in mezzo.

St. 24. Le cilecche. Vedi c. VII, 25. — Carlo Magno. In grembo a Giove.

St. 25. Le seste. Le gambe. — La va in istampa, Significa È un dettato divulgatissimo. — Per le grida. Finchè non trattasi d’altro che di grida.

St. 26. A’ monti, a’ quali aveva Maometto ordinato che per miracolo venissero a lui.

St. 29. Vitruvio. Scrittore latino di architettura.

St. 30. Mirtillo è l’innamorato nel Pastor fido del Guarini. — Mochi. Una specie di biade di cui sono avidi i colombi: e perciò si deve aver l’occhio ad essi quando sono seminati, perchè i colombi non vadano a danneggiarli. — Quei pochi. È detto per antifrasi.

St. 31. parte. Fazione, inimicizia. — La pietrata. Colpo mortale. — Mescolar le carte. Venire alla zuffa. Vedi c. IX, 33, e VIII, 61. — Vederla, Veder la faccenda.