23. Ei con Macone allor si scandolezza,
E dice: oh traditor, che cosa è questa?
Che temi, ch’e’ mi porti via la brezza,
Che tu m’hai posto il pappafico in testa?
Ma porco! oibò! questo cenciaccio allezza1
E sa di refe2 azzurro ch’egli appesta;
Io vo’ pagarti colla tua moneta,
E darti anch’io l’incenso colle peta. 24. Fatto legare intanto avea Perlone
La trave dal gigante rovinata.
Al canapo ancor quivi ciondolone,
Che la lumiera già tenea legata;
Ed a foggia d’arïete o montone
Tiranla addietro e dannole l’andata
Verso quel torrïon, che si distese
Col sì3 più volte in bocca del Franzese. 25. Or è quando, perch’egli sbalordito
E tutto intenebrato in terra giace,
i ciechi più che mai fanno pulito4,
Ed egli se la piglia in santa pace:
E fra le mazze5 involto a quel partito,
Un sacco divenuto par di brace;
E ben quel panno al viso gli è dovuto,
Dovendosi il cappuccio a un battuto6.
↑St. 23. Allezzare vien da lezzo. (Nota transclusa da pagina 448)
↑Sa di refeecc. Per tingere in azzurro adoperavano materie che lasciavan gran fetore nella roba tinta. (Nota transclusa da pagina 448)
↑St. 24. Col sìecc. Gridando più volto in suono di dolore Hui. (Nota transclusa da pagina 448)
↑St. 25. Fanno pulito. Fan di buono, quasi brunissero co’ bastoni. (Nota transclusa da pagina 448)
↑Le mazze. I sacchi di brace o carbone, perchè meglio si reggano e meglio si adattino a’ basti de’ giumenti, sono per di fuori armati di mazze o bastoncelli. (Nota transclusa da pagina 448)
↑Battuto. Socio di confraternita, detto così dal battersi colla disciplina. (Nota transclusa da pagina 448)