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392 malmantile racquistato

26.
Mentre gli rompon l’ossa e poi gli fanno
Così l’incannucciata1 co’ randelli,
E talor non vedendo ov’essi danno,
Si tamburan fra lor come vitelli2,
Gli altri soldati a gambe se la danno,
Ed ognun dice: alla larga, sgabelli3.
Fugge, e la parte amica e la contraria,
Perchè quivi non è troppo buon’aria.
27.
Ma restin pare a rinfrescarlo gli orbi
Con quell’insalatina di mazzocchi;
Ed ei riposi all’ombra dì quei sorbi4
Che gli grattan la rogna co’ lor nocchi,
Mentre quivi, per far dispetto a’ corbi,
Sotto quel cencio tien coperti gli occhi.
Chè se ognun parte, ed io mi parto ancora,
Per tornare a Baldone e a Celidora.
28.
Che là nel mezzo a’ suoi nemici zomba,
Di modo ch’essi sceman per bollire5;
Chè dove i colpi ella indirizza e piomba,
Te gli manda in un subito a dormire
Che nè meno col suon della sua tromba
Camprïan6 gli farebbe risentire:
E quanto brava, similmente accorta,
A combattere i suoi così conforta:

  1. St. 26. L'incannucciata si fa o si faceva dai cerusici nel fasciare le fratture. (Nota transclusa da pagina 448)
  2. Come si fa a’ vitelli, prima di scuoiarli. (Nota transclusa da pagina 448)
  3. Alla larga sgabelli. Fate largo; detto forse dallo sbarazzare di sgabelli e altri impedimenti la stanza ove si è desinato. (Nota transclusa da pagina 448)
  4. St. 27. Sorbi, Bastoni di sorbo, nodosi. (Nota transclusa da pagina 449)
  5. St. 28. Sceman per bollire, fu la risposta che diede un cuoco al padrone che gli domandava come fossero tanto poche le molte merle ch’e’ gli avea date a cuocere. (Nota transclusa da pagina 449)
  6. Campriano. V’è una Storia di Campriano, astuto contadino, di cui, fra le altre frottole, si racconta che aveva una tromba colla quale resuscitava i morti. (Nota transclusa da pagina 449)