29. Su via, figliuoli: sotto, buon piccini;
Facciam di questi furbi un tratto ciccioli1:
Non temete di questi spadaccini
Ch’al cimento non vaglion poi tre piccioli2:
E se in vista vi paion paladini,
Han facce di leoni e cuor di scriccioli3:
E se ’l gridare e il bravar lor v’assorda,
Il can ch’abbaia raro avvien che morda. 30. In quel ch’ella da ritto e da rovescio,
Così dicendo, va sonando a doppio,
Dà sul viso al Cornacchia un manrovescio
Che un miglio si sentì lontan lo scoppio;
Di modo ch’ei cascò caporovescio,
Pigliando anch’egli un sempiterno alloppio;
Ma il sapor non gustò già de’ buon vini,
Come chi prese4 il suo de’ cartoccini. 31. Sperante per di là gran colpi tira
Con quell’infornapan della sua pala;
Ne batte in terra, sempre ch’ei la gira,
Otto o dieci sbasiti per la sala;
Talchè ciascuno indietro si ritira
O per fianco schifandolo fa ala;
E chi l’aspetta, come avete inteso,
Ha, come si suol dir, finito il peso5.
↑St. 29. Ciccioli. Lardinzi, larderelli di maiale. (Nota transclusa da pagina 449)
↑Picciolo. La quarta parte del quattrino. (Nota transclusa da pagina 449)
↑Scricciolo. Uccello piccolissimo. (Nota transclusa da pagina 449)
↑St. 30. Come chi prese. ecc. Vedi c. I, 75. (Nota transclusa da pagina 449)
↑St. 31. Finito il peso. Il cómpito, la vita; dal lavoro di lana o altro, che si dà a fare, e che pesa quel tanto. (Nota transclusa da pagina 449)