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undecimo cantare 393

29.
Su via, figliuoli: sotto, buon piccini;
Facciam di questi furbi un tratto ciccioli1:
Non temete di questi spadaccini
Ch’al cimento non vaglion poi tre piccioli2:
E se in vista vi paion paladini,
Han facce di leoni e cuor di scriccioli3:
E se ’l gridare e il bravar lor v’assorda,
Il can ch’abbaia raro avvien che morda.
30.
In quel ch’ella da ritto e da rovescio,
Così dicendo, va sonando a doppio,
Dà sul viso al Cornacchia un manrovescio
Che un miglio si sentì lontan lo scoppio;
Di modo ch’ei cascò caporovescio,
Pigliando anch’egli un sempiterno alloppio;
Ma il sapor non gustò già de’ buon vini,
Come chi prese4 il suo de’ cartoccini.
31.
Sperante per di là gran colpi tira
Con quell’infornapan della sua pala;
Ne batte in terra, sempre ch’ei la gira,
Otto o dieci sbasiti per la sala;
Talchè ciascuno indietro si ritira
O per fianco schifandolo fa ala;
E chi l’aspetta, come avete inteso,
Ha, come si suol dir, finito il peso5.

  1. St. 29. Ciccioli. Lardinzi, larderelli di maiale. (Nota transclusa da pagina 449)
  2. Picciolo. La quarta parte del quattrino. (Nota transclusa da pagina 449)
  3. Scricciolo. Uccello piccolissimo. (Nota transclusa da pagina 449)
  4. St. 30. Come chi prese. ecc. Vedi c. I, 75. (Nota transclusa da pagina 449)
  5. St. 31. Finito il peso. Il cómpito, la vita; dal lavoro di lana o altro, che si dà a fare, e che pesa quel tanto. (Nota transclusa da pagina 449)