74. Credete a me: ciascun si stia nascosto
In queste macchie, in questi boschi intorno:
Ed io da voi frattanto mi discosto,
Nè questa notte farò più ritorno.
Rivedrenci colà doman sul posto;
Perchè, vicino al tramontar del giorno,
Vi farò cenno; or voi ponete mente,
E poi venite via allegramente. 75. Parte il Cornacchia, e corre presto presto
Da certi suoi amici contadini,
Da’ quali le lor bestie piglia in presto,
E carica più some di buon vini:
E di soppiatto, come fante lesto,
Cavò di tasca certi cartoccini
Pieni d’alloppio: e dentro al vin gli pone,
Quello impepando1 senza discrizione. 76. Così carreggia: e giunto a Malmantile,
All’aprir della porta la mattina,
Scarica in piazza il vino: ed un barile
A regalar ne manda alla regina.
Poi vende il resto a prezzo tanto vile,
Che ognun ne compra: e infin chi n’ha in cantina,
Per rivenderlo altrui il fiasco attacca2:
Si cala al buon mercato, a quella macca3.
↑St.75. Impepando. Per catacresi, spargendo di quella polvere d’oppio. (Nota transclusa da pagina 90)
↑St.76. Il fiasco attacca sopra la porta di casa per indicare che quivi si vende il vino a fiaschi. Questo si fa tuttora in Firenze. (Nota transclusa da pagina 90)
↑Macca. Abbondanza. (Nota transclusa da pagina 90)