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12 malmantile racquistato

32.
S’abbocca appunto con Baldone stesso:
E sentendo ch’egli ha tal gente fatte,
Per rimettere in sesto ed in possesso
Una cugina sua, ch’è per le fratte1;
Ben ben lo squadra, e dice: Egli è pur desso!
Orsù, ch’io casco in piè, come le gatte:
Ed esclama dipoi: Quest’è un’azione
Che veramente è degna di Baldone.
33.
Maravigliato allora il sir d’Ugnano;
E chi sei, disse, tu, che sai il mio nome?
Io ti conosco già di lunga mano2,
Ella rispose, e acciò tu sappia il come,
Celidora son io del re Floriano,
Fratello d’Amadigi di Belpome:
E con tutto che già sieno anni Domini3
Ch’io non ti viddi, so come ti nomini.
34.
S’ell’è, dic’ei, così, noi siam cugini:
E subito si fan cento accoglienze:
Ed ella a lui ne rende mill’inchini;
Egli altrettante a lei fa riverenze.
Così fanno talor due fantoccini
Al suon di cornamusa per Firenze;
Che l’uno incontro all’altro andar si vede,
Mosso da un fil, che tien chi suona, al piede.

  1. St. 32. È per le fratte. È fra rovi e pruni, è condotta a mal termine, è rovinata. (Nota transclusa da pagina 82)
  2. St. 33. Di lunga mano. Da gran tempo. (Nota transclusa da pagina 82)
  3. Anni Domini. Anni moltissimi. (Nota transclusa da pagina 82)