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chè le tue mani sono
colme di doni: porti
ai dolenti conforti,
ai felici perdono.
Hai pianto e un poco vuoi
di quel pianto godere,
qualche lagrima bere,
ancora, con i tuoi.
Donare e perdonare!
Contener nell’immenso
cuore grani d’incenso
pe’ ’l più lontano altare.
Dire al nemico: Sei,
tu, mio padre, mio figlio:
dormi sul mio giaciglio,
che io sul tuo dormirei.
E questo, senza pena
dire e senza tristezza;
sfarsi alla tenerezza
come al mare la rena.
Ma, forse, tu non hai
nessuno e, pure, torni,
così, per pochi giorni,
per un’ora, e non sai