rose dovunque, fra i
capelli ch’io non sciolsi,
capelli per cui colsi
rose odorate mai,
su la bocca che rise,
che rise e poi si tacque
come gorgoglio d’acque
d’un sùbito divise,
su gli occhi dolci avvinti
da una visione
ignota e poi corone,
di gigli, di giacinti,
una pioggia di petali,
e tu, e tu, mio amore
che godevi nel cuore
d’una gioia secreta
intensa, immensa e pura!
O morta ch’eri in cielo
e nel mio cuore anelo
di te, di te, creatura,
per cui arsero tutte
le mie fiammee voglie
e cadder come foglie
le speranze distrutte.