Pagina:Liriche di Sergio Corazzini, Napoli, Ricciardi, 1935.djvu/47

Da Wikisource.



II.


Venni non so per quale sogno assai
dolce al mio cuore umile; fu ieri
mattina; volli portare due ceri
nuovi, due ceri bianchi come mai

e due rose – ho i miei piccoli rosai
anch’io — due rose bianche come i ceri;
sembravano fiorite in monasteri
chiuse, le rose, in languidi rosai.

Oh la fiamma purissima, oh il profumo
novo ch’io seppi nella breve stanza
che la mano soave ricompose!

La Madonna, un po’ triste fra le rose,
disse: Che vale tua dolce esultanza
s’io per dolore sempre mi consumo?