Pagina:Lorenzo de' Medici - Opere, vol.1, Laterza, 1913.djvu/255

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selva prima 249

24

     Nel primo tempo ch’Amor gli occhi aperse,
questa beltade innanzi al disio pose:
e poi che, com’è, bella me l’offerse,
ridendo, lasso! agli occhi la nascose.
Con quanti pianti, bellezze diverse
poi cercâr, quanto tempo, in quante cose!
Talor vedevan pur l’afflitte ciglia
cosa, la qual questa beltá simiglia.

25

     Allor (sí come can bramoso, in caccia,
fra le fronde trovar l’occulta fèra,
se vede terra impressa dalla traccia,
conosce al segno ch’indi passata era,
perché la simiglianza par che faccia
certo argomento alla bellezza vera),
cosí, cercando questa cosa e quella,
Amor mostrommi alfin mia donna bella.

26

     Disson gli occhi allor lieti al cor mio: — Questa
è quella che mostrò la prima volta
Amor, da noi sol desiata e chiesta,
mòstra e renduta poi che ci fu tolta.
La sua vera dolcezza manifesta
quanta grazia e virtute abbi raccolta.
In molte non trovammo mai quest’una,
che sola in sé ogni bellezza aduna.

27

     Anzi sempre si trova in ogni parte;
ché ciò, che agli occhi è bel, da questa viene.
Varie bellezze in varie cose sparte
dá al mondo il fonte vivo d’ogni bene;
e quel che mostran l’altre cose in parte,
in lui tutto e perfetto si contiene.
E, se la simigiianza agli occhi piace,
quanto è qui piú perfetta ogni lor pace!