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Pagina:Lorenzo de' Medici - Opere, vol.1, Laterza, 1913.djvu/264

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258 iv - selve d’amore

20

     Vedrai le piagge di color diversi
coprirsi, come a primavera suole;
né piú la terra del tempo dolersi,
ma vestirsi di rose e di viole.
E’ segni in cielo, al dolce tempo avversi,
fará dolci e benigni il novo sole:
e la dura stagion frigida e tarda
non si conoscerá, s’ella si guarda.

21

     Lieta e maravigliosa i rami secchi
vedrai di nòve fronde rivestire,
e farsi vaghi fior gli acuti stecchi
e Progne e Filomena a noi redire;
lasciar le pecchie i casamenti vecchi,
liete di fior in fior ronzando gire;
e rinnovar le lassate fatiche
con picciol passo le sagge formiche.

22

     Al dolce tempo il buon pastore informa
lasciar le mandrie, ove nel verno giacque
il lieto gregge, che, belando, in torma
torna all’alte montagne, alle fresche acque.
L’agnel, trottando, pur la materna orma
segue; ed alcun che pur or ora nacque,
l’amorevol pastore in braccio porta:
il fido cane a tutti fa la scorta.

23

     Un altro pastor porta sulla spalla
una pecora ch’è nel cammin zoppa:
l’altro sopra una gravida cavalla
le rete e ’l maglio e l’altre cose ha in groppa,
per serrarvele allor che ’l sole avvalla;
cosí nel lupo alcuna non intoppa:
tórte di latte e candide ricotte
mangian poi lieti, e russan tutta notte.