Pagina:Lorenzo de' Medici - Opere, vol.2, Laterza, 1914.djvu/100

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94 xi - la rappresentazione di san giovanni e paolo


Trombetto.


     Da parte dello invitto capitano
si fa intendere a que’ che intorno stanno,
se non si dá la terra a mano a mano
al campo, sará data a saccomanno;
né fia pietoso poi piú Gallicano;
e chi ará poi il male, abbiasi il danno.
A’ primi montator dare è contento,
per gradi, mille, cinquecento e cento.

Fassi la battaglia, e pigliano il re.


Il re preso dice:


     Chi confida ne’ regni e negli Stati
e sprezza con superbia gli alti dèi,
la cittá in preda e me legato or guati,
e prenda esemplo da’ miei casi rei.
O figli, ecco i reami ch’io v’ho dati,
ecco l’ereditá de’ padri miei!
Voi e me, lassi! avvolge una catena;
con l’altra preda il vincitor ci mena.

E, voltatosi a Gallicano, dice:


     E tu, nelle cui man Fortuna ha dato
la vita nostra ed ogni nostra sorte,
bastiti avermi vinto e subiugato,
arsa la terra, ucciso il popol forte:
e non voler che vecchio io sia campato,
per veder poi de’ miei figliuol la morte.
Per vincer si vuol fare ogni potenzia,
ma dopo la vittoria usar clemenzia.
     Io so che se’ magnanimo e gentile,
e in cor gentil so pur pietá si genera: