Pagina:Lucifero (Mario Rapisardi).djvu/103

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canto sesto

L’alme corrotte e l’empietà dei tempi,
Gittossi a’ piedi il brevíario, strinse
Nella tremula destra il crocifisso,
Che tenea, qual pugnale, alla cintura,
135E in questa guisa a favellar proruppe:
— Prostratevi, tremate; ululi e pianti
Alzate, o genti della terra; il capo
Di polvere spargete! Ecco, si appressa
L’ora del gran giudizio; ecco, il Signore
140Sbuca fuor delle sue stanze, e discende
Come nembo d’autunno. Ardono i cieli
All’irata presenza, e piovon fiamme
Su le terre di Sòdoma; qual cera
Squagliano le montagne; i flutti bollono;
145S’apron gli abissi della terra, e inghiottono
Le falangi del tristo. Empj, di falsi
Idoli e di scíenze occulte e maghe
Mal vi fate voi schermo! Avete il tempio
Profanato del Cristo; il santo avete
150Patrimonio di Pier fra voi diviso;
Gozzovigliato fra le stragi; aperto
Con mille punte di tortura il grembo
Della madre di tutti; i figli spinti
Contro al sen della madre; e il latte e il sangue,
155Con vile e frodolente arte spremuto,
Tracannando qual vino, ebbri e feroci,
Incoronati d’empietà, vi siete
Sopra l’ossa dei santi eretto il trono!
Ma tra’ fulmini avvolto ecco, passeggia
160Il signor degli eserciti, e l’immondo
Trono di Belzebù, come vil coccio
Infrangerà! Questo che in ciel vedete
È il giudizio di Dio!
                                — Questo è il rossore
Di Dio, che sul tuo labbro ode il suo nome! —



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