Vai al contenuto

Pagina:Luigi Barzini. Sotto la tenda.djvu/20

Da Wikisource.

- 16 -

ho visto persino un fucile con tanto di stemma pontificio impresso nel calcio, avanzo di qualche liquidazione apostolica passato dal servizio di Cristo a quello di Maometto — fucile rinnegato!

Siamo usciti dalla folla, a poco a poco, e Tangeri si è nascosta alle nostre spalle fra il verde folto degli orti che le fanno corona. Poi è riapparsa lontana, più nitida, più bella, con i suoi minareti quadri e merlati come torri di castelli, squamati di maioliche verdi e scintillanti al sole meridiano, con le vecchie mura e le cime bianche della Kasbah campate sullo sfondo azzurro del mare.

Sei uomini, sdraiati da parte alla strada, al vederci si sono levati, col fucile in spalla, movendoci incontro.

Essalamu alaikum!—La pace sia con voi! — ha esclamato uno di loro.

— E con voi sia pace! — ha risposto il capo della mia carovana, un Moro di nome Mustafà.

— Siamo mandati dal Raissuli — che Allah protegga! — per scortarvi fino al guado d’El-Karrub.

—. Era convenuto. Barak hallahu fik! — Grazie!

Infatti, per evitare sorprese, avevamo avvertito il brigante Raissuli, ora governatore della provincia di Tangeri, del nostro passaggio, ed egli si comportava con perfetta cavalleria. La carovana, aumentata da questa scorta, si è rimessa in marcia.

E così è cominciato il viaggio.