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l’eroica conquista di plava 343


tina, i nostri cominciarono ad avanzare e prendere posizione. Il traghetto continuava. Un sergente, che comandava il primo nucleo, prese con se un plotone e si avvicinò al villaggio, dove sapeva che doveva trovarsi un posto di vedetta austriaco.

Evitando la strada, camminando a passi da cacciatore, quel piccolo gruppo arrivò alle prime case di Plava. Le circondarono, vi entrarono senza passare per l’uscio. Scavalcarono dei muricciuoli, scalarono finestre, e arrivarono così nelle case vicine; strisciavano, penetravano da un’abitazione all’altra per le vie più imprevedute, in modo che una sentinella piazzata sulla via non potesse accorgersi del loro avvicinarsi. Arrivati sotto ad una finestruola chiusa da sportelli di legno, udirono delle voci d’uomo, all’interno. Parlavano in tedesco. Era lì.

Un colpo violento all’uscio che si spalancò, un’irruzione di baionette basse. Dieci soldati austriaci, con un ufficiale, sorpresi e allibiti, alzavano le mani. Erano in una cameretta a pian terreno raccolti intorno alla luce di una candela. La barca, in uno dei suoi ritorni, portò alla nostra riva il carico dei prigionieri.

Questa cattura ha avuto una grande importanza per le operazioni, perchè ha impedito un primo allarme che avrebbe turbato lo svolgersi dei nostri piani. Il Re ha voluto di motu proprio decorare della medaglia al valore l’ardito sergente, che nel combattimento successivo