Pagina:Luisa Anzoletti - Giovanni Prati, discorso tenuto nel Teatro Sociale la sera dell'11 novembre 1900 per invito della Società d'abbellimento di Trento, Milano 1901.djvu/49

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sentimenti, di carattere, ammirabile sempre in un uomo, mirabilissima in un poeta, lasciate, o signori, ch’io mi vanti di poterlo proclamare ad alta voce: questa integrità di carattere, che brilla nell’artista, è l’integrità che natura ha coniata nell’onesto e sano carattere trentino. Il poeta nostro respirò questa salute morale con le prime gagliarde aure de’ monti ov’egli nacque; e forse quella stessa innata asperità, quella naturalezza selvaggia, ch’è in lui, ribelle agli ammorbidimenti dell’arte, può fornirne anch’essa un indizio.

Che se a temprargli il carattere potè contribuire il rude clima dell’alpi native, ancor più dalle verdi solitudini montane, dalla malinconica bellezza de’ tramonti sulle cime che il taciturno abete corona, venne all’anima sua quel senso di pensosa mestizia, che dà l’intonazione a tutto il suo canto. Egli porta con sè nell’agitata e travagliata sua peregrinazione per le città magnifiche, sotto il cielo ampio e ridente del Bel Paese, fra il tripudio altisonante e le amarezze di trent’anni di gloria, egli porta con sè dappertutto una poetica nostalgia, che in tutte le cose, anche le più amene e gioiose, gli vien di continuo destando meste e soavi rispondenze d’anima.

Egli può cantare di tutto, la sua patria terra non la dimentica mai!

E quest’intima segreta armonia di rimembranze, di rimpianto, di desiderio, che noi tutti conosciamo, che ha in noi voci così profonde e ritorni così costanti quando siamo lontani dal nostro paese; quest’appassionato amore del luogo ove siamo nati, con le commozioni che suscita, con gli affetti che sostituisce agli egoismi, e con la sublime poesia che ispira, è assai più che non sembri, un’intima sorgente di bontà educatrice e di quella gentilezza del cuore, ch’è insieme cagione efficacissima e termine sommo di civiltà.