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esame retrospettivo del passato, limitandoci per ora di provvedere alle presenti esigenze.»

Il Crispi, salito al potere, sostituì il generale Genè col generale San Marzano; mentre — come si disse — il credito di 5 milioni fu portato a 20. Ma, prima che il San Marzano giungesse in Africa, era stato chiamato in colonia il colonnello Saletta, diventato nel frattempo generale.

Dopo lo scacco di Dogali, furono inviati in Africa dei rinforzi in numero di circa 2.100 uonimi.

Il generale Saletta si diede a tutt’uomo a riorganizzare le truppe che erano diventate più numerose. E, poichè Ras Alula stette inattivo, egli ebbe il tempo di munire fortemente Massaua, collegandola in pari tempo con un cavo telegrafico ad Assab e Pèrim. Finalmente, con decreto del 14 luglio 1887, venne costituito il Corpo speciale d’Africa, la cui entità era di 5 mila uomini e quattrocento quadrupedi: era ormai palese che indietreggiare non si poteva, nè si doveva più, mentre s’incominciava a dimostrare almeno ridicola l’affermazione del Robilant, il quale, al deputato De Renzis, nella seduta del 24 gennaio 1887, aveva risposto:

«Non mi pare che convenga e non conviene certamente attaccare tanta importanza a quattro predoni che possiamo avere tra i piedi in Affrica»

Ormai nessuno s’illudeva più che ci potesse esser pace: si corse, dunque, alle armi.

Nei cinque mesi che seguirono venne costruita la linea ferroviaria da Massaua (arsenale marittimo di Abd-el-Càder) a Saàti, lunga 27 chilometri.

Il 27 febbraio 1888, intanto, re Giovanni aveva dichiarato la guerra santa con l’intento di sterminare «dapprima gli Italiani e dopo i Dervisci». Egli, con un forte esercito, era sceso per attaccare le posizioni italiane; ma, poichè esse erano fortificate a dovere, pensò bene di astenersene,