Pagina:Maffei, Scipione – Opere drammatiche e poesie varie, 1928 – BEIC 1866557.djvu/255

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non l’avess’io! Ch’anzi la perdo or solo,

se non piú me la toglie il cielo o ’l fato,
ma un rivai fortunato.
Destino avaro !
Perché costei
lasso io perdei,
lungo ed amaro
pianto versai.
Or senza fine
deggio dai lumi
versarlo a fiumi,
sol perché al fine
la ritrovai.

SCENA XI

Narete.

Addio, mia bella Sciro; addio per sempre

verdi colli, erbe fresche, aure soavi.
Intesi al fin la nostra sorte: Oralto
fra due giorni in Egitto
tutti ci condurrá; piú non avanza
lampo alcun di speranza.
O ben morta Leucippe,
benché morta in verd’anni,
prima di questi affanni.
Non tempesta, che gli alberi sfronda
e percuote la messe e flagella,
portò mai nel mio sen tal dolor;
né torrente che vinca la sponda,
né saetta che avvampi o procella
al mio spirto dièr mai tal timor.