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84 ricordi delle alpi.

fatto gran carità, Qui, ti dico, qui; pregheremo il Signore per essi; n’è vero?

La Nellina, fissatomi ancora per un istante, si accostò vivamente alla proda del letto della madre; e, gittatovi sopra un piccolo involto che, aprendosi, lasciò vedere varii tozzi di pane e frutta d’ogni specie — pesche, pere, uva, ecc. — s’arrampicò su abbracciando con trasporto d’amore ineffabile la madre povera.

Umane parole non valgono a descrivere la gioia, che vidi dipingersi sul viso della sventurata, a cui in quell’istante ogni sensazione di dolore sembrava intieramente cessata. Chi può ritrarre simili quadri? Com’è grande e sacro il senso della maternità! — È tutto un’epopea di affetti, è tutto un’apoteosi di sacrifizio. Miseria, povertà, dolori, ogni cosa svanisce di fronte a lui, perchè la Provvidenza ha trasfuso nell’amore materno un raggio purissimo del suo amore divino.

Quando quella piena d'affetti fu paga, la Nellina, lasciatasi andar giù con una cotal grazia e vivacità, si frugò nella tasca, e ne trasse un tozzo di pan mescolo; indi avvicinatasi ridendo alla capra, che festosa si agitava nell'angolo di quel covile, glielo porse non senza averglielo prima cosperso di sale. E intanto le andava facendo carezze, e le teneva discorso sì come ad amica.