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Klopstock! Questo Novalis! Questo Schiller! Ma non parlerà mai con voi; non credete! Bene!

Qui gli occhi di Steinegge, capitano o no, s’empirono di lagrime; la sua voce discese a un tono sommesso, ma vibrato.

— Noi abbiamo una domestica per poche ore al giorno. Poi Edith fa tutto lei, così semplicemente, così allegramente come uno va a passeggio. Io sono un vecchio poltrone goloso e prendo il caffè a letto. Io vi assicuro, non sono goloso del caffè; sono goloso di veder entrare mia figlia e sentirmi dire: — Buon giorno, papà — in tedesco. Ogni mattina è come se la ritrovassi dopo dodici anni. Ella mi porta il caffè, mi pulisce gli abiti e anche deve qualche volta cucirli! Intanto noi parliamo del nostro paese, di tante cose passate, lontane, e anche un po’ dell’avvenire. Edith ha tre lezioni quasi tutti i giorni. Vi sono due signore, la signora Pedulli Ripa e la signora Serpi, due signore oh, ff! — Steinegge spalancò gli occhi e alzò le mani soffiando — che sono innamorate di lei e le loro figlie anche; e tante volte vorrebbero rimandarla a casa con la loro carrozza, ma ella non ha mai accettato, perchè sa che io non vorrei salire in carrozza.

— Voi? — disse Silla — Che c’entrate voi?

— Oh sì, perchè io aspetto nella strada tutto il tempo.

— E perchè non vorreste salire in carrozza?

— Questo non sarebbe conveniente, caro amico. E così mia figlia è sempre venuta con me, sia vento, sia pioggia. Io sono orgoglioso allora e ho piacere che così mia figlia, quando esce dalla porta di questi signori, non è più maestra. L’hanno invitata a pranzo, volevano condurla a teatro. Non è mai andata, per fare compagnia a me; no, no!

Gli brillavano anche i capelli mentre diceva — no, no — e il naso gli si raggrinziva su fino alla radice. — Sapete cosa facciamo, la sera? Prima Edith lavora e io faccio il sunto francese di questo Gneist per il signor