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Le memorie nel vecchio 167

Così nel giardino del nostro cuore i muti ricordi del passato devono rappresentare quel geranio della notte, e anch’essi devono innalzare nel nostro cielo i lontani profumi del tempo che fu.

Dall’infanzia alla canizie che lungo cammino! La vita è breve, quando la misuriamo col metro del desiderio; ma quanto è lunga, se l’accompagniamo passo a passo, palpito a palpito, dal primo bacio della mamma alla prima neve caduta sul capo!

Quanti uomini diversi si son succeduti l’un dietro l’altro sotto la buccia sottile del nostro Io; il bambino, il fanciullo, l’adolescente, l’uomo adulto; ed ora il vecchio li riassume tutti quanti quegli uomini, che, pur rimanendo una stessa creatura, ebbero gioie e dolori così diversi; altrettanti volumi di un’opera sola, di uno stesso autore e a cui non manca più che di scrivervi la fatale parola: fine!

Da tutti quei volumi sfogliati dalle nostre mani commosse emana un odore di cose lontani e soavi; un profumo molle di terra bagnata da una pioggia dopo una lunga sete; un aroma di vecchio cuoio