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62 Il pensiero nella vecchiaia

Il giovane non ha passato: egli è l’uomo del presente e soprattutto dell’avvenire, e nei suoi giudizii manca quasi sempre la più esatta delle misure, che è appunto il confronto del passato col tempo che è, col tempo che sarà. Egli può studiare la storia, ma ben di raro lo farà per piacere.

Il vecchio invece ha veduto molto, molto sofferto e molto goduto. Nella sua lunga esperienza ha dovuto correggersi molte volte nei giudizi dati con troppa fretta o ispirati da troppa passione. E quindi più giusto, più equanime. Egli non odia il passato, ma neppure teme l’avvenire; perchè sa che sono anelli di una catena, che non ha interruzioni nè rotture. Egli era darvinista dieci secoli prima che Darwin nascesse, e se non è colto nelle scienze naturali o nelle filosofiche lo è egualmente, perchè la teoria dell’evoluzione sta scritta in tutti i cervelli che pensano, in tutti gli organismi che vivono; da per tutto.

E il vecchio che ha vissuto molto ha naturalmente in sè una più lunga storia di evoluzioni, ch’egli contempla con grande serenità, con calma grandissima.