Pagina:Manzoni - La rivoluzione francese del 1789 e la rivoluzione italiana del 1859, Milano, 1889.djvu/26

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6 a. manzoni

e circostanziato il concetto de’ fatti medesimi, non abbiamo mai inteso di ricavarne de’ mezzi unici di prova.

Nei giudizi poi che avremo a esprimere su quei fatti, non abbiamo certamente la pretensione d’aggiunger nulla d’affatto novo all’infinita moltitudine e varietà di pareri a cui hanno data occasione. Possiamo bensì affermare d’aver cercato, per quanto lo consentano le nostre forze, di ricavare direttamente tali giudizi dall’esame dei fatti medesimi, indipendentemente da ogni opinione altrui.

Nella seconda parte, in cui si tratterà della Rivoluzione Italiana, il nostro assunto sarà molto più facile, come la cosa è molto più semplice, e riguardo ai motivi, e riguardo agli effetti. Su questi non c’è nemmeno materia di discussione; e basta l’aver già accennato che non avvennero. E in quanto ai motivi, non s’avrà a far altro che rammentare e descrivere rapidamente delle cose e antiche e recenti, e note quanto incontrastate; giacchè questi motivi sono tutti compresi in una storia perpetua di strazi e di vergogne, a cui l’Italia era soggetta.

E che la causa permanente d’una così iniqua e dolorosa condizione fosse la divisione di essa in più Stati, la dimostrazione ne uscirà da sè dalla storia medesima, per quanto sommaria.

E di qui l’evidente e sacrosanto diritto di levar di mezzo quella divisione e, per conseguenza, i vari Governi, ne’ quali era attuata. Sicchè, per giustificare la loro distruzione, non ci sarà bisogno, nè di rifrugare le loro origini, nè d’esaminare il come