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8 | a. manzoni |
usurpata dalla forza in una tristissima epoca recente) la legittimità della Rivoluzione Italiana.
E ne risulterà, con uguale evidenza, che questa stessa legittimità fu la cagione, come era la condizione necessaria, per cui essa sia potuta seguire senza oppressione del paese, e abbia potuto raggiungere di primo tratto il suo scopo, senza trascinare il paese medesimo, come accadde nell’altra Rivoluzione, in una sequela di cambiamenti, quale in male, quale in bene; ma che, con la sola loro pluralità, vengono tutti insieme a significare un gran male.
Fu, infatti, il sentimento del loro diritto che produsse negl’Italiani quella generale concordia, la quale prevenne anche l’occasione e la tentazione d’opprimere. Non dico la necessità, perchè questa non può mai essere altro che un pretesto, o d’uno o d’alcuni, ai quali sia necessario, per conto loro, d’opprimere una popolazione che non voglia fare ciò ch’essi vogliano: necessità tanto allegata dagli autori de’ fatti più atroci della Rivoluzione Francese e dai loro apologisti, e che era stata così bene chiamata dal Voltaire “la scusa de’ tiranni”1.
Fu, dico, quando la cagione perpetua degli strazi e dell’avvilimento d’Italia, veduta prima, più o meno chiaramente, da alcuni ingegni più elevati,
- ↑ Qu’il impute, s’il veut, des désastres si grands
À la necessité, l’excuse des tirans.Henriade, Chant X.