Pagina:Manzoni - La rivoluzione francese del 1789 e la rivoluzione italiana del 1859, Milano, 1889.djvu/29

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introduzione 9

sparsi qua e là nelle diverse parti di essa, e nel giro di pili secoli, apparve, per un concorso straordinario di fatti, evidente anche all’universale degli Italiani; quando al dominio d’una Potenza straniera sopra una parte d’Italia s’aggiunse il suo predominio su tutti, meno uno, gli altri Stati d’Italia, di maniera che questa si trovò legata in una, dirò così, unità di servitù; fu allora che il riconoscimento concorde della cagione del male creò la concordia nel riconoscere che il vero e unico rimedio era nell’unità nazionale, e nell’accettare il solo mezzo atto ad acquistarla; che dico? nell’invocarlo, e nel tener rivolti gli occhi e le speranza a quella parte d’Italia e a quella Casa, donde solamente un tal mezzo poteva venire. Quindi la questione del distruggere e quella del sostituire poterono qui esser poste e sciolte a un colpo, e nel modo più chiaro e diretto, senza equivoci, senza false apparenze, sfuggendo così il terribile impegno di far uscire un Governo dalla Rivoluzione, e d’andar cercando la meta nella furia della corsa, come accadde nella Rivoluzione Francese. I fatti di questa, sui quali avremo a stabilire il co»fronto, cioè:

1.° la mancanza e d’un giusto motivo per la distruzione del Governo di Luigi XVI, e d’un’autorità competente nei deputati del Terzo Stato, che ne furono gli autori;

2.° questa distruzione avvenuta indirettamente, ma effettivamente, in conseguenza de’ loro atti già indicati;