Pagina:Marinetti - La cucina futurista, 1932.djvu/17

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una coincidenza strana, interviene un fatto nuovo e significativo. Ho ricevuto ieri questo dispaccio... è dell’altra che le rassomiglia... troppo... ma non abbastanza. Vi dirò un’altra volta il suo nome e chi è. Il dispaccio mi annuncia il suo imminente arrivo...» —

Lungo silenzio. Poi Giulio fu preso da un tremito convulso irrefrenabile:

— «non voglio, non debbo tradire la morta. Quindi mi suiciderò questa notte!» —

— «a meno che?» — gridò Prampolini.

— «a meno che?» — ripetè Fillìa.

— «A meno che? — concluse Marinetti — a meno che tu ci conduca immediatamente nelle tue ricche e fornite cucine.» —

Fra i cuochi esterrefatti e dittatorialmente esautorati, i fuochi accesi, Enrico Prampolini urlò:

— «occorrono alle nostre mani geniali cento sacchi dei seguenti ingredienti indispensabili: farina di castagne, farina di grano, farina di mandorle, farina di segala, farina di grano turco, polvere di cacao, pepe rosso, zucchero e uova. Dieci giarre di olio, miele e latte. Un quintale di datteri e di banane.» —

— «sarai servito in questa notte stessa» — ordinò Giulio.

Subito i servi incominciarono a trasportare dei grandi pesanti sacchi che scaricando piramidali mucchi gialli, bianchi, neri, rossi trasfor-


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