Pagina:Marinetti - Re Baldoria.djvu/263

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251 atto quarto

questi etemi affamati, la cui bocca calcinata dalla sete fumiga di perpetuo desiderio!...

ANGUILLA

insinuandosi con destrezza tra le gambe di Famone, per osservare l’apparizione, fa un cenno a Fra Trippa:

Oh! guarda!... Santa Putredine!... Si è invitato sul collo un sole rosso, a guisa di testa... Ecco la sua voce di latta!... La senti?... La facondia di costei è monotona come quella d’un mercante girovago che vanti la sua mercanzia!...

SANTA PUTREDINE

facendo scattare la sua voce di vapore che si sprigiona violentemente:

Ho infranto con un buffetto la porta granitica della Morte... Ed eccoli!... Li riconduco tutti, più vivi che mai, per gettarli fra le braccia possenti e crudeli del Dolore... soffio vivificante e distruttore delle metempsicosi, o Dolore immemorabile del mondo! Essi si destano tutti, con ebbrezza, nella corona delle tue braccia!... braccia del Dolore!... Braccia color d’acciaio!... Braccia verminose!... Braccia lucenti e ricurve, incrociantisi come falci nell’erba alta, o come splendidi quarti di luna!...

FAMONE

con uno scoppio violento della sua rauca voce:

Maledetti dentisti!... Noi reclamiamo le nostre clentiere da carnivori, per rimasticare il Re e per riassaporare la libertà!...

L’IDIOTA

ritto, beffandosi di Famone, dal lato opposto della tavola che li separa:

La libertà?... Non è cosa che si mangi! Co-