Pagina:Marinetti - Teatro.djvu/14

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Lanzirica

Kabango, vorrei difenderla da questa furia di lingue infuocate!

Kabango

inginocchiandosi vicino a Mabima:

Mabima, non abbandonarti al sonno. Aggràppati alla vita! Vedo la Morte curvare su di te l’antichissimo suo dorso di fumo violaceo! Sono forse allucinato? Il sole mi scaraventa attraverso il cervello palate di lava. Non un lembo d’ombra in tutto il deserto!

Bagamoio

entrando velocemente da destra, mentre riprende la fucileria lontana:

Il pozzo ha dimenticato da molto tempo l’acqua. Pompa l’aria come la bocca d’un corridore affannato. Ho voluto guardare in fondo. Per poco non scivolai nella strozza vorace. Mi sembrava di cuocere come un pane in un forno rovente. Certo mi hanno visto, poiché ho sentito fischiare le palle sulla testa. Kabango, resta curvo a terra! Ti colpiranno!

Kabango

appiattandosi con Bagamoio, con la faccia rivolta verso il fondo:

Ti sbagli. Essi non tirano su di noi.

Bagamoio

Sí, sí padrone... Senti questi colpi a destra. Ora a sinistra. Hanno ritrovate le nostre tracce. Vogliono accerchiarci. Si sono messi in molti per darci la caccia! Sei una preda importante, ma pericolosa. Guarda i nugoli di sabbia che la loro corsa solleva!


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