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Pagina:Marinetti - Teatro.djvu/461

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Imprecisi

Beata!? Se lei sapesse... Essere ogni giorno svillaneggiati dai diretti! Sputano e via! I diretti hanno una villania congenita... Premura! Premura! Sono io che passo! Che tristezza vivere senza ritardi e senza anticipi e senza mai deragliare!... Sul pendio, fuori della Stazione, si potrebbe deragliare. Il lusso d’estate dovrebbe concedersi un tuffo fresco nel lago... L’acqua è bassa! Ebbene, nessuno deraglia... Neanche mia moglie...

Il mercante d’ovatta

Lei vorrebbe che sua moglie...

Imprecisi

Oh! Mia moglie è un omnibus che non trascura nessuna stazione. Scarica il rottame provinciale, si ferma per rifornirsi di carbone «Petegol» e riparte sbuffando. Venga fuori. Voglio evitarle l’arrivo di mia moglie... Troppo tardi. Ci siamo. (Indicando la porta aperta dietro il paravento) E’ sempre nera e brontolante. (Lungo silenzio) Ne parlo obbiettivamente come uno scienziato. Scienziato preoccupato, poiché una moglie è una miscela pericolosa! Galoppa sempre cosí! (L’impianto della camera vicina strìde sotto ì passi della Signora Imprecisi moglie) Col suo passo d’elefante.

Il mercante d’ovatta

No! Mammut! Ora è il passo d’un cavallo di carrozzella notturna che porta due amanti senza letto... Questo è invece il passo d’una locomotiva di treno reale che invoca le acclamazioni!

Imprecisi

Quanto diversa dal giorno in cui domandai la sua mano balbettando di passione:... graziosa coi libri di scuola tenuti

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