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178 l’innamoramento


103.Ma la Diva importuna il tenne a freno:
— Perché — disse — mi fuggi? ove ne vai
Mi volgeresti il bel guardo sereno,
se sapessi di me ciò che non sai! —
Ed egli allora abbarbagliato, e pieno
d’infinito diletto a tanti rai,
a tanti rai ch’un sì bel Sol gli offerse,
chiuse le luci, indi le labra aperse.

104.Ed — O qual tu ti sia, ch’a me ti mostri
tutta amor, tutta grazia, o Donna o Diva,
Diva certo immortal, da’ sommi chiostri
scesa a bear questa selvaggia riva,
se van — disse — tant’alto i preghi nostri,
se reverente affetto il Ciel non schiva,
spiega la tua condizïon, qual sei,
o fra gli uomini nata, o fra gli Dei? —

103.A la madre d’Amor, ch’altro non vole
ch’aver le luci a quelle luci affisse,
parve ch’aprendo l’un e l’altro Sole
de’ duo begli occhi, il Paradiso aprisse.
E le calde d’Amor dolci parole,
ch’a lei tremando e sospirando disse,
le furo söavissime e vitali
fiamme al cor, lacci a l’alma, al petto strali.

106.Ma pur de l’esser suo celando il vero,
mentitrice favella intanto forma.
— Così poco conosci, incauto Arciero,
lei che non solo il primo Cielo informa,
c’ha nel centro infernal non solo impero,
ma da cui queste selve han legge e norma?
E pur m’imiti e segui a tutte l’ore!
(poco men che non dissi: e m’ardi il core).