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212 la novelletta


47.Le suore, ancor che fussero appo lei
vie più d’età che di beltà fornite,
a grandi Eroi con nobili imenei
per giogo maritale erano unite.
Ma Psiche, unico Sol degli occhi miei,
parea da l’olmo scompagnata vite,
e ne menava in dolorosi affanni
sterili e senza frutto i più verd’anni.

48.Il miser genitor, mentr’ella geme
l’inutil solitudine che passa,
perché l’ira del Ciel paventa e teme,
che spesso ai maggior Re l’orgoglio abbassa,
pensoso e tristo in fra sospetto e speme
la cara patria e ’l dolce albergo lassa,
e va per esplorar questo secreto
da l’Oracolo antico di Mileto.

49.Là dove giunto poi, porge umilmente
incensi e preghi al chiaro Dio crinito,
da cui supplice chiede e reverente
a l’infeconda sua nozze e marito.
Ed ecco intorno rimbombar si sente
spaventoso fragor d’alto muggito,
e col muggito alfin voce nascosta
da le cortine dar questa risposta:

50.«La Fanciulla conduci in scoglio alpino
cinta d’abito bruno e funerale.
Né genero sperar dal tuo destino
generato d’origine mortale,
ma feroce, crudele, e viperino,
ch’arde, uccide, distrugge, e batte l’ale,
e sprezza Giove, ed ogni Nume eterno:
temuto in Terra, in Cielo, e ne l’Inferno».