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232 la novelletta


127.Nulla alfin so negarle, e tosto quando
s’apre il ciel mattutino ai primi albori,
risorgo, e lieve in su lo scoglio mando
il padre fecondissimo de’ fiori.
Già l’empie, che stan pur quivi aspettando,
de lo Spirto gentil senton gli odori;
ed ei pur quasi a forza in su le spalle
le ritragitta a la fiorita valle

128.Trovan la bella, e sotto liete fronti
coprono il fiel che ’l cor fellone asconde.
Ella con atti pur cortesi e pronti
a la mentita affezzïon risponde.
Caldi vapori d’odorati fonti
in conche d’oro ai lassi membri infonde,
e ’n ricchi seggi in fra delizie immense
degne le fa de le beate mense.

129.Comanda poscia agli organi sonanti,
chiama al concerto le canore voci,
e i ministri invisibili volanti
al primo cenno suo vengon veloci.
Ma quella melodia di suoni e canti,
che placherebbe gli Aspidi feroci,
de le Serpi infernali (ancor che dolce)
la perfidia crudel punto non molce.

130.Anzi con lo stupor tanto più fiera
cresce l’invidia, che le morde e lima;
onde la pregan pur, che chiara e vera
del Vago suo la qualitate esprima.
La semplicetta garrula e leggiera,
cui non sovien ciò che lor disse in prima,
perch’accusar del fatto il ver non vole,
aviluppa e compon novelle fole.