Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/16

Da Wikisource.

IO

LA FUGA

23.Va il cieco Error per l’aria cieca a volo,
spiando il tutto vigila il Sospetto,
sta in disparte il Pensier tacito e solo
con gli occhi bassi e con la barba al petto,
l’unghie si rode, e ’l proprio cor per duolo
l’Invidia in divorar sfoga il dispetto,
e di nascosto con occulte frodi
10 Scandalo fellon semina chiodi.

24.L’Odio con lingua amara e labro sozzo
di sputar fiele ad or ad or non cessa.
La Desperazion si stringe il gozzo
con una fune, e si sospende ad essa.
La Follia trae de’ sassi, e dentro un pozzo
ratto a precipitar corre se stessa.
Bestemmia il Pentimento, e per angoscia
si percotc con man la destra coscia.

25.La Miseria sospira a tutte l’ore,
rotta la gonna, e lacera il mantello.
Tiene il Travaglio un avoltoio al core,
una lima inquieta, ed un martello.
Trangugia coloquintida il Dolore,
e bee cicuta, aconito, e napello.
11 Pianto in su la man la guancia appoggia,
e stilla i lumi in lagrimosa pioggia.

26.Questa de l’empia Vecchia è la famiglia,
di lei ben degna, a lei conforme anch’ella.
Da l’Herebo la rea l’origin piglia,
de l’Eumenidi Dee quarta sorella.
Del Tiranno de l’alme antica figlia,
nacque col mondo, e Gelosia s’appella.
Non so come tal nome avesse in sorte,
devendosi chiamar piú tosto Morte.