Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/294

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119.Fermo tra lor con quest’accordo il patto,
ecco d’astuto ingegno e pronta mano
Garzon che sempre scherza e vola ratto:
Gioco s’appella, ed è d’Amor germano.
Questi su l’ampia tavola in un tratto
a recar venne un tavoliero estrano,
che di fin oro ha la cornice, e ’l resto
tutto d’avorio e d’ebeno è contesto.

120.Sessantaquattro case in forma quadra
inquartate per dritto e per traverso
dispon per otto vie serie leggiadra,
ed otto ne contien per ciascun verso.
Ciascuna casa in ordine si squadra
di spazio egual, ma di color diverso,
ch’alternamente a bianco e bruii distinto,
qual tergo di Dragon, tutto è dipinto.

121.Scambievolmente al bianco quadro il nero
succede, e varia il campo in ogni parte.
— Or qui potrai, quasi in agon guerriero,
— disse la Dea — veder quanto può l’arte,
dico di guerra un simulacro vero,
ed una bella imagine di Marte,
mover assalti, e stratagemmi ordire,
e due genti or combattere, or fuggire.

122.A spettacol sí dolce esser presente
anco il gran Padre mio talor non sdegna,
quando alleggiar la faticosa mente
vuol de l’incarco onde governa e regna.
Questo gioco il Rettor del gran tridente
con le Nereidi essercitar s’ingegna
per dar a Giove alcun piacer, qualora
de l’amico Ocean le mense onora. —