Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/295

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123.Ciò detto, versa da bell’urna aurata
su ’l tavolier di calcoli due schiere,
che di tornite gemme effigiata
mostran l’umana forma in piú maniere.
L’una e l’altra falange è divisata
lá di candide insegne, e qui di nere.
Son di numero pari e di possanza,
differenti di nome e di sembianza.

124.Sedici sono e sedici, e si come
vario è tra loro il color bianco e ’l bruno,
e varia han la sembianza, e vario il nome,
cosí l’ufficio ancor non è tutt’uno.
Havvi Regi e Reine, ed ha le chiome
di corona reai cinte ciascuno.
V’ha Sagittari, e Cavalieri, e Fanti,
e di gran rocche onusti alti Elefanti.

125.Ecco son giá gli esserciti disposti,
giá ne’ siti sovrani e giá negl’imi
son divisi i quartier, partiti i posti:
stan ne l’ultima linea i Re sublimi,
e quinci e quindi entrambo a fronte opposti
la quarta sede ad occupar van primi;
ma ’l canuto Signor, ch’è l’un di loro,
preme l’oscura, e tien l’eburnea il Moro.

126.La regia sposa ha ciascun Re vicina,
un l’ha dal destro lato, un l’ha dal manco.
Tien campo a sé conforme ogni Reina,
la fosca il fosco tien, la bianca il bianco.
Ne la fila medesima confina
gemino Arcier da questo e da quel fianco.
Questi la rissa a provocar sen vanno,
e de la reai coppia in guardia stanno.

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