Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/362

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135.Oltre costui sen venne, e si fe’ presso
a la tutrice de’ fedeli amanti:
non però punto meglio avenne ad esso
di quel ch’agli altri er’avenuto avanti.
E ben a comprovar questo successo
fu concorde il parer de’ circostanti,
che fra tante bellezze in lui notáro
l’ordin solo de’ denti oscuro e raro.

136.E Serion tra que’ vecchioni assiso,
pallido, inculto, e qual Catone austero,
dal piede al capo essaminandol fiso,
del mal, del bene esplorator severo,
il primo fu che s’accorgesse al riso
ch’ogni suo dente era ineguale e nero,
perché vide il Garzon che quella parte,
quando ridea talor, copriva ad arte.

137.Se per opra di carmi, e per sonoro
metro spiegato da felice stile
si potesse ottener corona d’oro,
giá tuo fora l’onor, Timbrio gentile.
Soffrilo in pace, e de l’usato alloro
contèntati intrecciar la chioma umile,
ché chi l’anime altrui regge col plettro
non deve dominar con altro scettro.

138.Passa a provarsi il baldanzoso E vasto,
del Libano Signore, e de l’Oronte,
e l’alterigia, onde va gonfio, e ’l fasto
s’avanza al par del suo superbo monte.
Viene arrogante al giovenil contrasto
con le ciglia ballando, e con la fronte;
di breve corpo e picciola statura,
ma l’audacia è maggior d’ogni misura.