Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/377

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195.Una Colomba allor, che fuggitiva,
del sacrato coltello avanzo solo,
era quel proprio dí campata viva,
venne a fermargli in su la spalla il volo.
Onde il buon vecchio Astreo, che ne gioiva,
e de’ presaghi Aruspici lo stuolo
vaticinando aventuroso stato,
con lieto annunzio interpretare il fato.

196.Qui sorse un grido universal, che crebbe
di laude insieme, e di letizia misto:
— A lui sol si conceda, a lui si debbe
(trofeo de’ suoi begli occhi) il degno acquisto. —
E con plauso, qual altri ancor non ebbe,
sí che da molti invidiar fu visto,
udissi un mormorio chiaro e distinto,
che diceva acclamando — Ha vinto, ha vinto. —

197.Mentre che giá s’appresta a l’alta impresa,
ecco il popol di fuor grida e schiamazza,
ed ecco entrar molti scudieri in Chiesa,
ed ha ciascuno in man dorata mazza,
ond’a la moltitudine sospesa
d’ognintorno allargar fanno la piazza
innanzi ad un, ch’a prima giunta sembra
aver belle fattezze, e belle membra.

198.Ealsirena costui chiamato avea
da remote contrade e regioni,
dov’ei la signoria tutta reggea
di Pigmei, di Catizi, e d’Arcamoni.
Quindi il trasse a bell’arte, e lo facea
tra le gare venir di que’ garzoni,
perché ’l regno ad Adon fusse intercetto
dal piú brutt’uom del mondo, e piú imperfetto.