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Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/611

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371.Dopo costor con lo squadron di Theti
tabernacoli argentei e cristallini
portano statue orribili di Ceti,
Foche, Pistri, Balene, Orche e Delfini,
e chiusi in grosse gabbie e ’n doppie reti
gran Capidogli e gran Vecchi marini.
Havvi Rosmari ignoti agli occhi nostri,
Hippopotami immensi, ed altri mostri.

372.Da volubili ordigni indi son tratte
per meraviglia d’ineffabil arte
navi e galee con somma industria fatte,
che le vele han d’argento, e d’or le sarte.
Ignude il sen piú candido che latte
vengon Nereidi con le trecce sparte,
e vibran con le man lucide e bianche
arbori di corallo a cento branche.

373.La Dea del mar tra Ninfe e tra Garzoni
sovra un carro di chiocciole procede,
quei forma han di Sirene e di Tritoni,
questa ha di verde limo algosa sede;
e van facendo strepitosi suoni
mentre con lento andar movono il piede,
e tra battute e ribattute conche
fan le voci languir tremule e tronche.

374.Segue colei che ’l dono altrui dispensa
con larga man de le granite ariste.
Van di spiche dorate in copia immensa
spargendo nembi le sue Ninfe triste.
Conducon parte in spaziosa mensa
varie vivande accumulate e miste:
quanto apporta la terra, e l’aria, e ’l mare,
quanto il foco condisce, entro v’appare.