Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/672

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171.cosí fanno que’ duo. Sovente vedi
mutar fogge d’assalto or quello, or questo.
Il minor dal maggior talvolta credi
giá soffogato, ed abbattuto, e pesto.
In un momento poi risorto in piedi
rincalza l’altro, ed a ghermirlo è presto.
Or respinge il nemico, or n’è respinto,
né si distingue il vincitor dal vinto.

172.Su le dita de’ piè Corimbo in alto
s’erge talor, ma non gli arriva al mento.
Talor prende a saltar, ma sempre il salto
appo busto si grande è corto e lento.
Non però si ritrae dal fiero assalto,
né di forza gli cede, o d’ardimento.
Virtú raccolta è vie piú forte, e langue
troppo aliai gaio in un gran corpo il sangue.

173.Membronio saldo in mezo al campo e dritto
di guardia in atto e di difesa stassi,
e cerca stancheggiar l’emulo invitto,
che gli va intorno con veloci passi.
Ma per farglisi egual nel gran conflitto
convien che ’l tergo incurvi, e che s’abbassi.
Pensa dargli di piglio, e l’altro fugge:
ond’ei sbuffa, e bestemmia, e freme, e rugge.

174.Qual orbo, a cui zanzara intorno o pecchia
vola importuna ad infestar la faccia,
ed or nel naso il punge, or ne l’orecchia,
e piú ritorna quant’ei piú la scaccia:
tal quanto piú si volge ed apparecchia
or quinci, or quindi a la tenzon le braccia,
dal destro assalitor men si difende,
e le man per pigliarlo indarno stende.