Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/718

Da Wikisource.


355.Candida è di ciascun la sovrainsegna,
candide son le vesti e le lamiere.
Ala l’un ne l’elmo e nel brocchier disegna
il Sagittario de l’eterne sfere.
L’altro in questo ed in quel figura e segna
Croce, terror de l’Africane schiere.
Del terzo adorna il capo, adorna il fianco
posto in campo vermiglio un destrier bianco.

356.Tutti costor che vedi, ed altri molti
son qui per arte pur giunti di Theti.
Ecco l’un dopo l’altro in un raccolti
cominciano a spezzar faggi ed abeti.
Doresio è quei, che giá gli occhiali ha sciolti
al destrier, c’ha nel cor spirti inquieti:
buon per giostra, atto a caccia, uso in battaglia,
altro il mondo non n’ha di miglior taglia.

357.Sottile il capo, il collo ha curvo, ed ambe
brevi l’orecchie, e l’una e l’altra acuta,
aspre di nervi e muscoli le gambe,
largo petto, ampio sen, groppa polputa.
Spesso sbrana le fauci, e lecca e lambe
il fren dorato, il labro arriccia e sputa.
Né fu di corso mai, né mai di core
velocitá, ferocitá maggiore.

358.Bruna ha la spoglia in ogni parte integra
piú che spento carbone, o pece schietta.
Ma bell’aria, occhio vivo, e vista allegra,
morbida pelle e rilucente e netta.
Biancheggiar gli fa sol la fronte negra
in forma di cometa una rosetta.
Altri Corvo il chiamò: ma Biancastella
per tal cagione il suo Signor l’appella.