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LVIII

Al medesimo

Riceve finalmente V Anversa e accenna forse ai titoli o argomenti del futuro Adone.

Ringrazio caramente V. S. dell’Anversa, la qual, e per se stessa e per esser portata da personaggio tale, non poteva recarmi se non somma consolazione. Non ho potuto goderla ancora come io desidero, perché non è boccone da tranguggiare senza masticarsi. Pure credo che mi riuscirá conforme all’aspettazione , per quel poco che n’ho veduto.

In quanto alle risposte de’ sonetti di V. S., vedrá nelle prime stampe dell’opere mie quanto io mi onori del suo nome e me ne rimetto agli effetti. Nel particolare de’ titoli io son uomo che pretendo insinuarmi nella grazia degli amici vestito di pu ritá piú tosto che d’apparenza; ed io dubitava d’incorrere in concetto di adulatore per quel ch’ Fèlla stessa giá mi disse in Parma. P>asta: il mio fine non è altro che di onorarla e di servirla come merita. Desidero che quella mia lettera in forma di manifesto scritta al serenissimo di Savoia intorno al negozio del Murtola sia veduta dall’ inquisitore costi per buon rispetto, ma in modo che non paia procurato. E con tal fine le bacio le mani.

Di Ravenna [1609].

LIX

Al signor cavaliere Andrea Barbazza

Sollecita l’invio dei ritratti del conte Rodolfo Campeggi e dell’ Achillini e di un quadro del Caracci.

Duoimi infino al cuore di non aver potuto godere di questa ventura di servir a V. S. qui in Ravenna. Ma almeno spero di servirla in Roma, dove questi illustrissimi cardinali credo che passeranno verso i principi di novembre, ed a me converrá