Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/101

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andar con esso loro, se bene credo di fermarmene molto poco, perché penso di ritornare quanto prima alla volta di Turino, avendo in quella corte molti interessi che m’importano. Io pensava di dover dare una passatoria a Bologna almeno per quattro o cinque giorni con l’occasione del signor cardinale San Cesario, il quale oggi appunto parte per costá, invitato dal signor cardinale Bevilacqua al Tusculano, dove credo che si tratterrá due giorni e poi andrá alla fiera di Rovigo per comprar non so che cavalli. Ma per alcuni impedimenti bisogna ch’io me ne rimanga. Non sono però fuori di speranza in tutto di dover sodisfare a questo mio desiderio prima che scorra questo mese.

Vorrei che il signor Rinaldi si ricordasse di sollecitarme il quadro del Carraccio e che il signor conte Ridolfo non si scordasse di mandarmi il suo ritratto. Il signor Rabbia mi promise quello dell’Acchillini, ma fin qui non ne veggo effetto alcuno.

Qui me ne vivo maninconico e per mancamento d’altri trattenimenti me la volto alle poesie. La stagione va fredda; onde se il Ruginini non mi provede d’un «prete» da scaldarmi il letto, dubito di qualche dolor di ventre. Intanto al signor cont’AIessandro fo umilmente reverenza ed a V. S. bacio con ogn’ affetto le mani.

Di Ravenna [novembre o decembre 1609].

LX

Al. REVERENDO PADRE FRA AGOSTINO MONDOLFESE

REGGENTE DI SANTO STEFANO


Complimenti.

Dalla cortesia di Vostra Reverenza mi viene tanta arroganza ch’io pretendo d’essere in sicuro possesso della sua grazia, e di non poterne cadere né per dubbio in diffidanza né per debito in contumacia. Per questo rispetto ed anche per rispettare le sue occupazioni mi rimango talvolta di scriverle, persuadendomi